Credo che ad un certo punto del proprio viaggio interiore, si debba fare i conti con ciò che si prova. E quando dico questo, intendo veramente tutto quello che si prova.
Viviamo anestetizzati rispetto alle nostre emozioni: alcune le definiamo buone, altre cattive, alcune le vogliamo provare perché le sentiamo piacevoli e altre no. Tutto questo, senza rendercene conto, ci frammenta sempre di più.
La mente vive al di sopra del corpo scegliendo cosa sentire e cosa no. Ma arriva un punto in cui, inevitabilmente, la nostra anima ci chiede di sentire. Sentire tutto quello che prima avevamo nascosto, sentire tutto quello che fino a ieri ci faceva paura. Sentire il nostro corpo, sentire la sofferenza, sentire l’invidia, la gelosia, la paura, il dolore: sentire, sentire e ancora sentire.
E, all’inizio di questo viaggio nel sentire, credo sia comune chiedere, agli altri e a noi stessi, scusa. Chiediamo scusa quando nel nostro cuore non ci sentiamo in diritto di essere pienamente noi, in tutte le nostre sfaccettature. Chiediamo scusa quando qualcuno ci vede piangere, perchè pensiamo di essere soli e che l’altro non ci voglia vedere. Chiediamo scusa per ogni emozione che abbiamo nascosto.
Ma arriva un altro momento, nel proprio viaggio interiore, in cui chiedere scusa non serve più, anche se verrebbe da farlo. Parlo di quel momento in cui le emozioni sono così pure e fluide da non poter essere nascoste. E quando le emozioni sono così pure, possiamo dire che vengono dall’amore che iniziamo a provare per noi stessi.
E così, in quel momento, iniziamo a sentire quello che prima ci faceva paura, iniziamo a sentire pienamente ogni cosa. Con la differenza che, ora, abbiamo l’energia necessaria per rimanere e non scappare. Rimanere nell’esperienza dell’emozione nel corpo, nella mente e nell’anima.
E quando questo accade, ti assicuro che è tanto doloroso quanto meraviglioso. Doloroso perché vedi e senti tutto quello che non ti eri permessa di sentire. Meraviglioso perché inizi a sentirti pienamente te stessa, in diritto di provare ogni tua emozione.
In questo viaggio voglio ricordarti questo: le emozioni spesso nascono dalla mente. Se rimani solo lì, c’è il rischio che ti travolgano. Allora portati sul corpo e sul respiro: questo ti permette di ridistribuire l’energia di quell’emozione nel tuo corpo. Una volta sfogata l’emozione, quell’energia diventa disponibile per te, come se togliessi un piccolo sasso dal corso di un fiume rendendolo così più libero e fluido. Se questo non basta, ricordati che il tuo destino e la tua anima sono sempre al tuo fianco. L’anima ogni tanto ci richiede di provare delle cose scomode, per evolvere, per ritornare a casa, per iniziare ad amare ogni parte di noi.
E quando l’anima e il destino ce lo richiedono, ci donano anche gli strumenti interiori per superare ogni cosa.